Ecco il nuovo numero di dialogo! Buona lettura
“Ospiti o intrusi?” si chiede Paola Bignardi nell’editoriale del nuovo numero di Dialogo.
La domanda riguarda i migranti ai quali si guarda con sospetto o con paura, cercando non i modi più efficaci per accoglierli ma quelli più rapidi per liberarsene. Eppure tutti – e ancor più i cristiani – siamo chiamati a guardare allo straniero, che è “altro” rispetto ai nostri costumi, come al volto terreno dell’ “Altro”, il Dio il cui mistero è sempre altro da noi, che ha sperimentato nell’uomo Gesù il rifiuto da parte di un mondo inospitale. In questo senso si collocano le tre meditazioni bibliche natalizie di Luisa Tinelli (“Non c’è posto”), Pinuccia Cavrotti (“La strage degli innocenti”) e don Gianpaolo Maccagni, (“La fuga in Egitto”).
Apre il dossier sui migranti Daniela Negri, offrendo un resoconto aggiornato e dettagliato, dati e numeri alla mano, riguardo alla presenza di stranieri in Italia, in Cremona e in provincia (“Oltre i luoghi comuni. L’emigrazione in cifre”).
Alla domanda circa quanto è stato fatto o si può fare nell’immediatezza della vita quotidiana rispondono alcuni interessanti racconti. Disma Vezzosi (“L’immigrazione vista sui banchi di scuola”) narra la sua esperienza di maestra in una scuola elementare; Silvia Corbari riferisce riguardo all’accoglienza e all’accompagnamento che nella CasaFamiglia “S.Omobono” hanno ricevuto alcune donne immigrate, tra le quali giovani mamme con bimbi piccoli (“L’AC per le donne immigrate. La CasaFamiglia S.Omobono”); Paola Bignardi (“Quasi un miracolo”) rievoca l’iniziativa amicale realizzata dalle monache agostiniane insieme agli abitanti di Pennabilli, un paesino dell’Appennino romagnolo.
Seguono il ricordo e il grato omaggio di Dialogo al prof. Angelo Rescaglio e all’on. Giuseppe Cappi, due laici che, seppur vissuti in tempi diversi, sono accomunati dall’inesausto impegno in favore del dialogo e della ricerca “insieme” del bene comune.
In vista del prossimo triennio il presidente uscente Emanuele Bellani rivolge lo sguardo a “L’AC che verrà”, coinvolgendo tutti gli associati in un accalorato discorso sulle nuove prospettive, suggestioni e piste di lavoro.